“Figurine d’altri tempi”
IL NOME “GRUMO”
Uno dei primi documenti che attestano il nome della frazione risale al 1580 nella mappa “Transpadana Venetorum Diti ” all’interno della Galleria delle carte geografiche nei Musei Vaticani. In questa rappresentazione la Frazione venne chiamata “Grumel”.
Non sappiamo le motivazioni dell’origine del nome.
Dettaglio della mappa “TRANSPADANA VENETORUM DITI”
LA FRAZIONE
Qui transitava l’antica e famosa Via Mercatorum, che collegava Albino con Cornello dei Tasso.
Al borgo si accedeva dalla bella mulattiera che sale da Cornello dei Tasso passando nei dintorni di “Portiera”, raggiunge Grumo, le vicine contrade di Bosco Fuori e Bosco Entro, e prosegue per Dossena e Serina. A quei tempi il Borgo del Grumo conobbe il suo momento di massimo sviluppo e prosperità.
Non si conoscono le vicende civili ed architettoniche che hanno portato alla conformazione attuale dell’edificato. Si può dire che entrando in questo borgo e curiosando nei suoi bei vicoli, tutto sembra fermo da decenni. Forse qualche secolo fa non doveva essere molto diverso.
Con l’avvento della nuova Strada Priula, Grumo, perse l’importante fonte di sostentamento derivante dal passaggio dei mercanti, divenendo una contrada quasi sconosciuta.
La frazione fa onore al suo nome: un piccolissimo agglomerato di case, immerso nel grande polmone verde a ridosso di un piccolo promontorio, il “Pes del Gröm”, come viene chiamato in dialetto bergamasco, del tutto simile al vicino “Pes de San Piero”.
Attualmente Il Borgo di Grumo è abitato stabilmente soltanto da poche famiglie.
L’elemento caratterizzante la frazione è la sua piazza. Su questa si affaccia la chiesa di San Giacomo Maggiore Apostolo ed alcuni edifici civili e rurali.
Riecheggia in questo luogo la povertà dignitosa dei suoi antichi abitanti, un piccolo scrignodi cultura materiale. I porticati in pietra e alcune lobbie antiche circondano la piazza centrale caratterizzata dalla chiesetta del 1500.
antica abitazione nella piazza della frazione
LA CHIESA
La chiesa vanta origini remote. Nulla di preciso possiamo affermare, circa l’epoca nella quale venne edificata la chiesa primitiva, né a riguardo dell’anno della sua consacrazione.
Il Giovanni da Lezze nel 1596 menziona l’esistenza di un “oratorio” dedicato a San Giacomo Maggiore Apostolo.
Dell’ antica chiesa non sappiamo cosa rimanga, quella che attualmente possiamo visitare risulta per ipotesi un ammodernamento della chiesa precedente effettuato nel XVIII secolo.
La Chiesa è a navata unica divisa in tre campate, è coperta da una volta a botte con una apertura per lato.
Il presbiterio è rettangolare sopraelevato di due alzate rispetto al piano della chiesa e coperto anch’esso da volta a botte, l’abside, invece, è coperta da una semicupola divisa da costoloni in tre spicchi al cui interno sono ricavate delle nicchie.
Nel lato destro della chiesa è presente l’ingresso laterale, su quello sinistro sotto il pulpito quello alla sagrestia. L’interno di questo luogo sacro è molto ricco dal punto di vista architettonico malgrado la modesta grandezza dell’edificio. Lo spazio è scandito da lesene di ordine corinzio. Cinque pitture murali ornano l’abside con scene di vita dei santi.
L’esterno è molto sobrio, in muratura a vista ad eccezione della facciata principale che è stata intonacata negli anni ’70.